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arte pura

>Fà talmente freddo che Bondi ha confuso il 71-septies con Vanity Fair

“il decreto del Ministro Bondi non fa altro che realizzare un contemperamento pratico degli interessi e dei diritti di tutti gli operatori del settore della ricerca tecnologica e di quello della creatività artistico-culturale, tenendo in considerazione, non ultimi, gli interessi dei consumatori.”

infatti è evidente come i produttori e i compratori di hard-disk memorie usb dvd eccetera ci guadagnano moltissimo dall’aumento di prezzo “che non sono tasse “

La fonte è l’edicola virtuale della SIAE.

infine “La SIAE, tuttavia non può essere pienamente soddisfatta dei livelli di compenso che il decreto oggi fissa, non ritenendolo ancora pienamente “equo”” verissimo: un hard disk da 100 GB costa a far tanto 40€; con la nuova legislazione costerà 52,88€ TROPPO POCO!

dissonanza cognitiva…

>…ovvero “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire”. Significa, lo sappiamo tutti, che è diffusa l’abitudine di “non voler sentire” nel senso ampio di “negare l’evidenza”. Le risposte di ‘sta gente “sono immagini false” mi danno il voltastomaco, non metaforicamente, davvero. Bisogna avere alle spalle una vita di lobotomia selvaggia per arrivare a negare l’evidenza.
E io che perdo tempo a spiegare, a chi me lo chiede, perché non uso roba Microsoft…

P.S. Per chiarezza, non intendo minimamente stimolare un discorso riguardo al comportamento del prete: l’oggetto del mio post è quello del titolo.

Fonte: www.donzauker.it (l’audio è in half-stereo fino praticamente alla fine = sentirete solo da una cassa/auricolare)

“[…] la dissonanza cognitiva può essere ridotta in tre modi:
[…]
3. modificando il proprio mondo cognitivo (ovvero il sistema delle proprie rappresentazioni cognitive e delle loro relazioni funzionali interne).[cioè modificando i dati provenienti dalla realtà plasmandoli coerentemente alle nostre convinzioni]”
Dissonanza cognitiva (it.wikipedia.org)

National Association for the Advancement of Colored People

>

CHUCK LORRE PRODUCTIONS, #269

I have long believed that part of our problem with resolving race issues in America is our inability to accurately name what we are. Aside from the occasional Johnny and Edgar Winter, there are no white people. Any child with a box of crayons can tell you that white people are, in fact, beige. The sickly ones are gray. Following this crayon logic, one can easily see that there are really no black people. They are brown. Or perhaps raw umber. Or maybe burnt sienna. Frankly, every time I hear someone comment on America’s first black president, I can’t help thinking, “No, he’s not. He’s more like caramel.” Which is why I think we should all get in the habit of calling each other what we really are. How can you racially slur a man by calling him “beigey” or “umber?” The answer is you can’t. Because that’s exactly what he is. The melanin doesn’t lie. Buy a box of Crayolas and see for yourself. We are all members of the National Association for the Advancement of Colored People. Can I hear a kumbaya?

Qui l’originale e tutte le altre vanity card.

Traduzione (tentativo di -)
Ho a lungo creduto che parte del nostro problema nel risolvere le questioni razziali in America sia la nostra incapacità di dire correttamente ciò che siamo. Escludendo gli occasionali Johnny ed Edgar Winter, non esistono persone bianche. Qualunque bambino con una scatola di pastelli può dirvi che le persone bianche sono, effettivamente, beige. Quelli ammalati son grigi. Seguendo questa logica dei pastelli, si può facilmente vedere che non esistono i neri. Sono marroni. O forse Terra d’ombra. O forse Terra di Siena. Francamente, ogni volta che sento qualcuno commentare riguardo al primo presidente Americano nero, non riesco a non pensare “No, non è nero. È più sul caramello.” Che è il motivo per cui credo dovremmo tutti prender l’abitudine di chiamarci l’un l’altro come effettivamente siamo. Come puoi discriminare per la razza un uomo chiamandolo “beigiano” o “terra d’ombra”? La risposta è che non puoi. Perché quello è veramente il suo colore. La melanina non mente. Compra una scatola di pastelli e prova da te. Siamo tutti membri dell’Associazione Nazionale per l’Avanzamento delle Persone Colorate.
Me lo fate sentire un kumbaya?

Chuck Lorre è il creatore di “The big bang theory” e altre serie, e mi piace assai. Talvolta (non ho ancora capito se c’è una cadenza regolare) alla fine degli episodi delle serie da lui create mette una “vanity card”, un piccolo scritto dove racconta qualcosa, spesso di interessante…