Pirandello meets V for Vendetta

In uno dei suoi ultimi post (precisamente questo), Uriel dice che Internet è morta. Internet è morta perché senza anonimato le persone si comportano sul web come nel mondo vero, con lo stesso dio “tutti” che giudica e condanna, standardizzando ed appiattendo tutto.
[È innanzitutto interessante che Uriel, sempre lapidario nei confronti di Pasolini, stia identificando il Problema come lui nella conformista società dei consumi.]
L’ancora di salvezza, dice, sono le darknet: si tratterebbe di qualcosa dove per entrare è indispensabile un minimo di conoscenza tecnica, e questo basta a scremare “tutti”.
Non è vero manco per il cazzo: per entrare su hyperboria basta seguire le semplicissime istruzioni sulla homepage, qualunque scimmia con la borsa di Louis Vuitton può farlo; il punto semmai è che a nessuno importa farlo. Quindi “tutti” non viene scremato da una barriera tecnica sostanzialmente insormontabile, ma da una mancanza di interesse: basta creare un luogo con l’atmosfera “underground” e “tutti” se ne terrà alla larga, perchè inevitabilmente “tutti” è bello, buono e bravo, e “certe cose non le fa” (tipo connettersi alle darknet).
Comunque, a parte puntualizzare sulla mancanza di uno scoglio tecnico, ciò che mi preme è mettere nero su bianco il dubbio che isolarsi sia la cosa giusta da fare. Il discorso di Uriel m’ha evocato l’immagine dei pitagorici che gestivano la conoscenza occultandola, qualcosa di profondamente antiscientifico e retrogrado.
M’è venuto il dubbio che si tratti semplicemente di infilarsi la maschera di “persona underground” per sentirsi protetti e potersi esprimere “liberamente”. Non si tratta di esprimersi liberamente, ma diversamente da come faremmo altrove: con la nostra faccia di tutti i giorni non possiamo parlare di “certi problemi”, ma altrettanto con la maschera underground non possiamo dire tutto; o forse sì? Se basta l’anonimato per liberarci da “tutti”, come sembrerebbe sostenere moot (creatore di 4chan.org) nel suo intervento TED, allora non servono le darknet: 4chan è più che sufficiente. Altrimenti, se non ti basta l’anonimato, allora secondo me stai recitando la parte di “persona contro il sistema” per sentirti superiore agli altri, ma non sei sostanzialmente diverso: stai solo recitando un’altra parte. Si tratta comunque di recitare. Se per essere libero da “tutti” devi andare su una certa darknet in un certo spazio a parlare di certe cose, quando diverso sei da chi, per sentirsi accettat*, deve andare in un certo locale a bere un certo drink parlando di certi argomenti?
L’anonimato è un diritto che va di pari passo con quello alla privatezza, ed è sicuramente utile diffondere e promuovere la cultura dell’anonimato come mezzo per liberarci da varie inibizioni. creare e usare darknet è un’esercizio utile a promuovere la cultura dell’anonimato e la diffusione di conoscenze tecniche. Creare società iniziatiche in cui gli adepti si “spompinano a vicenda” dentro una darknet su quanto sia figo e controcorrente connettersi ad una darknet mi pare un’esercizio futile.
Quindi, per stasera, viva 4chan, viva hyperboria e abbasso Uriel :P

3 pensieri su “Pirandello meets V for Vendetta

  1. pier

    La tua riflessione è corretta, tuttavia temo che sia un po’ utopistica.
    Basti pensare solo alla difficoltà che riscontriamo ogni giorno proponendo l’uso di openstreet map, quando la gente di solito risponde “ma non c’è già google che funziona bene?”.
    Oppure, senza esagerare con proposte eversive tipo Linux, alla sola idea di utilizzare Libreoffice o Openoffice al posto di MS Office i più storcono il naso.
    Figuriamoci poi la proposta di un software che in cambio di privacy (concetto non apprezzato dai più) offre una navigazione parecchio più lenta e l’impossibilità di effettuare tutte quelle cose che sono carine, ma che implicano di per sé la rinuncia alla privacy, tipo la sincronizzazione di tutti i dispositivi, rubriche, facebook e twitter, oltre ad altri social, al cloud computing.
    Vero che se tutti usassimo tor, per esempio, avremmo probabilmente come ultima conseguenza un miglioramento del servizio, ma è altrattanto vero che probabilmente non è ciò che la maggioranza della gente desidera.
    E tornando al discorso originale, essendo la stragrande maggioranza degli utilizzatori assolutamente prodiga nel diffondere dati personali a gogo, chi non lo fa spicca tra gli altri, rendendosi particolarmente “visibile” e ottenendo un risultato contrario rispetto al voluto….

  2. White_Rabbit Autore articolo

    Se “tutti” utilizzassimo sistemi di cifratura, sarebbe impossibile la “pesca a strascico” di dati personali sensibili attualmente in atto…

  3. pier

    Devo riconoscere che ho dovuto leggere il post (e il link a Uriel) varie volte prima di capirci qualcosa perché stavolta parli di cose parecchio complicate.
    A prima vista leggendo Uriel mi pareva avesse ragione, poi leggendo te, mi sono reso conto del contrario. Alla fine credo che sia vero che isolandosi non si ottiene altro che un ulteriore gruppo trendy e l’anonimato vada di pari passo alla privacy.
    Tuttavia non mi sento di sostenere appieno la difesa maniacale della privacy e dell’anonimato, perché mi sembra esagerato ed esso stesso fonte di sospetto da parte di eventuali malintenzionati desiderosi di indagare e di scavare nelle vite degli altri. In effetti una persona che utilizza la rete esclusivamente con sistemi di occultamento e di criptatura potrebbe fare pensare a attività strane, che richiedono appunto il non essere intercettati.
    Spero si sia capito il senso del mio post perché sono parecchio incasinato con il neurone.
    Ciaoooo

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