Il mattino ha il π in bocca

tipica espressione alla prima tappa della Lenodabar

tipica espressione alla prima tappa della Lenodabar

Stamattina, in treno ed in filobus, stavo pensando a qualche grande insegnamento, illuminazione sul mondo, che potesse derivare da π ovvero pi greco; per gli amici 3.1415…eccetera.
Il dato assolutamente non discutibile, è che si tratta di un numero trascendentale (infinite cifre decimali senza nessuna ripetizione) e del valore del rapporto fra la lunghezza ‘c’ di una circonferenza e del suo diametro ‘d’. Poiché appunto il rapporto fra queste grandezze ha un valore trascendentale, queste sono dette “incommensurabili”: è IMPOSSIBILE misurare le due lunghezze con la stessa unità di misura ‘u’: se ‘u’ è contenuta un numero finito di volte in ‘d’, es. ‘d’ misura 16 u, allora servirà un pezzo più piccolo di ‘u’ per misurare ‘c’; suppongo che anche 16*π u, la lunghezza della circonferenza, sia un numero trascendentale.
Siamo quindi davanti ad una quantità che NON possiamo “conoscere completamente”, non possiamo conoscere il valore ESATTO di π. Il fatto che il nostro cervello concepisca e manipoli cose che non può conoscere, significa che esso stesso non può essere conosciuto esattamente? è la dimostrazione che esiste qualcosa OLTRE la realtà e che ha a che fare con la nostra coscienza? “La domanda è mal posta”: prima uno sceglie cosa credere, poi interpreta la realtà in base a quel punto di vista. Chi sceglie di credere a qualcosa d’Altro crederà che il fatto che abbiamo certe idee trascendentali è dimostrazione/conseguenza dell’esistenza di qualcosa d’Altro, chi sceglie di credere che non esiste nient’Altro crederà che se un banale encefalo può avere idee trascendentali queste non hanno niente di straordinario.
Io mi accontento di comprendere le due diverse posizioni senza favorine una: credo siano entrambe limitate e limitanti, come ogni dogma.
Ma soprattutto, voi non avete una foto con il Fottuto Genio :P

FAP FAP FAP

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3 pensieri su “Il mattino ha il π in bocca

  1. White_Rabbit Autore articolo

    wow, grazie per il contributo :-) ora capisco meglio il discorso che cercava di farmi uno studente tedesco di filosofia, che favoriva nettamente il pensiero continentale. Da parte mia, però, ammetto che tendo a fidarmi più spesso di chi mostra numeri e misurazioni a sostegno delle proprie tesi, nonostante i primi siano basati su dogmi (gli assiomi) e le seconde siano molto difficili da definire quando si scende alle dimensioni dei nuclei atomici…

  2. Andrea

    Premetto che la mia conoscenza in campo matematico e’ limitata.

    Usero’ il soggetto della matematica per de-costruire la dicotomia tra pensiero continentale e pensiero analitico.

    http://en.wikipedia.org/wiki/Deconstruction
    http://en.wikipedia.org/wiki/Contemporary_philosophy#The_analytic.E2.80.93continental_divide

    Le due conclusioni a cui sei arrivato: credere che non esistano cose al di fuori della nostra compresione e accettare che invece esistano, sono proprie delle due tradizioni che ho citato pocanzi.

    La matematica (come la linguistica) ci da modo di raffiguarare concetti trascendentali come il “pi greco” in modo leggibile. La linguistica fa lo stesso con concetti diversi come “l’anima” “il pensiero” “l’infinito” etc…

    Eppure i filosofi analitici credono di poter verificare i concetti solo in modo scientifico. Quindi sperimentale. Facendo uso primario della matematica e di un linguaggio chiaro e conciso.

    Allo stesso tempo questi criticano la filosofia continentale in quanto: “idealistica” e “oscura”.

    Idealista perche’ mantiene dei concetti veri indipendentemente da qualsiasi prova che supporti il contrario. Oscura perche’ cerca di approcciare concetti che sono al di fuori della totale comprensione umana.

    Eppure ogni struttura di pensiero che si basa sulla logica parte da “dogmi” o “assiomi”. E finisce in idee trascendentali.

    La matematica prima di tutte e’ l’esempio piu lampante di questa teoria.

    Gli assiomi su cui si basa sono gli “ideali” mentre i concetti i quali incontra (numeri irrazionali, numeri complessi e ipercomplessi) sono le “oscurita”.

    La matematica prova quindi di essere essa stessa una struttura di pensiero idealistica e trascendentale.

    Da questo se ne deduce che la tradizione analitica non e’ poi cosi diversa da quella continentale.

    Cosi come le tue due conclusioni.

  3. pier

    Beh, che dire, il discorso è troppo difficile per me, ma sono personalmente propenso a pensare che esistano cose al di là della nostra capacità di comprensione. Un po’ come il nostro mondo agli occhi di un gatto: lo vede, ma non è in grado di capirlo, perché si trova al un livello intellettivo di ordine inferiore.
    Secondo me esistono molte grandezze d’ordine, un po’ come esistono infiniti di grado diverso e noi possiamo arrivare a comprendere qualcosa, ma non certo tutto. Forse viviamo in un mondo in cui noi stiamo a questa intelligenza come un coccodrillo sta a noi.
    Chissà, potrebbe essere così, oppure essere solo una cavolata.

    Complimenti per il Divo

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