È una trappola: non parlerò dell’interazione fra i temi del titolo :P
Scott Alexander racconta sul suo sito Slate Star Codex di come GPT-2 abbia imparato a giocare a scacchi. GPT-2 è (più o meno) il sistema attualmente più convincente nel prevedere/generare testo. È un’intelligenza artificiale che va addestrata con enormi biblioteche di esempi, quindi diventa in grado di produrre scritti verosimili a partire da titoli/domande. Qualcuno ha notato che è possibile “scrivere” una partita di scacchi con una notazione standard per descrivere ogni mossa, tipo “e2e4” significa “muovi il pedone da E2 ad E4”. Una cosa tira l’altra, e Shawn Presser è riuscito con un po’ di modifiche a produrre una versione di GPT-2 che gioca a scacchi. Questo dimostra che Shawn Presser è bravo e GPT-2 è molto potente. GPT-2 è intelligente?
Riguardo la seconda metà del titolo, ho scorso sommariamente un pezzo dal titolo “La tecnologia ci darà presto un controllo preciso sui nostri cervelli e geni“. Sono pronto a scommettere 100€ che fra 30 anni NON saremo in grado di cambiarci il DNA come descritto. La mia critica principale però è al tema centrale: cambiare DNA e agire (con impianti elettrostimolatori e altre amenità) sul cervello significa cambiare la nostra mente. E quindi la nostra identità. E questo sarebbe qualcosa di epocale. Beh, no: sono secoli che modifichiamo, sempre più pesantemente, i nostri corpi E DI CONSEGUENZA LE NOSTRE MENTI, e con esse le nostre identità. Mi pare che stiamo gestendo brillantemente la questione. Il pezzo fa ipotesi buffe tipo “la tecnologia X potrà curare la depressione, ma contemporaneamente cancellerà alcuni tratti della tua identità, per es. la tua melancolia; userai la tecnologia X anche se cambierà la tua identità?” Aha: mi immagino il mare di depressi che tentenna, indeciso se curarsi o no… Un esempio che mi pare molto chiaro è quello delle protesi: scommetto 10’000 euro che la stragrande maggioranza (+75%) delle persone che potranno usare la tecnologia X per riavere un arto la useranno SENZA MINIMAMENTE PREOCCUPARSI DELLA PERDITÀ D’IDENTITÀ. Mi sembra che l’articolo, molto lungo, perda tempo a riflettere su questioni che 1) non sono nel futuro, ma sono già presenti ora e 2) sono praticamente irrilevanti.