Incipit montano

Escursionisticamente quest’anno è iniziato benissimo:

  1. 2018-01-13 [SI][417][a caso] Fondi-Monte Campioncino. Giornata fotonica, dopo aver recuperato un losco individuo ad Iseo proseguo coi consanguinei verso la solita Val Camonica. Diversamente dal solito però deviamo a Darfo, imboccando la cintematografica strada che porta, tramite Angolo Terme, in Val di Scalve. Paura pensando che quello percorso è il collegamento principale… Trattenendo le bestemmie, bloccati dietro a due tartarughe sulla stradina tutta curve, arriviamo a Schilpario, ma a noi non basta e proseguiamo finché ci obbligano a parcheggiare (e pure pagare!) Sicuri come solo chi si trova in mezzo a frotte di scialpinisti, ci incamminiamo dotati di semplici scarponi sulla neve gelata. Ogni tanto incrociamo la strada del passo del Vivione, riconoscibile dai cartelli che spuntano in punti improbabili. Più saliamo, più lo spettacolo aumenta, quasi tutta la seconda ora vediamo la nostra meta svettare imbiancata. C’è un puttanaio di gente per essere un posto difficilmente raggiungibile semidimenticato da dio. In vetta possiamo tranquillamente mangiare in maglietta grazie al sole splendente e alla pendenza criminale. Senza troppa fretta torniamo sui nostri passi, talvolta accelerando grazie al frisbee. Il rifugio “Cimon della Bagozza” ci rifocilla e riscalda, anche il cuore. A tipo 100m dall’automobile mi ricordo che all’andata quella era una lastra di ghiaccio: troppo tardi: finisco col culo per terra, fortunatamente senza conseguenze :)
    Menzione d’onore per Pieroweb, con un ottimo nome e un ottimo sito.
  2. 2018-01-21 [608]Santa Barbara-Monte Stivo. Altra giornatona memorabile: grazie ad un portentoso audiomessaggio raggiungiamo un parcheggio innevato deserto. Perfetto per inoltrarsi a piedi nel silenzio del bosco e liberarsi del peso in eccesso. Dopo 100m troviamo quello che evidentemente è il parcheggio di tutti gli altri escursionisti: la parcheggite colpisce ancora! Come due principianti al secondo tornante siamo obbligati a fermarci e togliere eccessivi strati di vestiti. Poco male, saliremo poi di gusto. Poco fuori dal bosco è l’ora della pausa spuntino: ne approfitto per testare un “energy gel” regalatomi alla corsa di beneficenza “no one out”. Fa quasi schifo, consistenza melmosa, unica nota non negativa il profumino di detersivo. È anche il momento di infilarsi le ciaspole che ancora odorano di Decathlon. La fresca è pochina, sarebbero bastati dei ramponcini (come ci tiene a sottolineare un coglione che sta scendendo di corsa: ma chi cazzo te l’ha chiesto?!), ma noi avevamo le ciaspole e quelle ci aiutano a raggiungere prima il magnifico rifugio, dove abbandoniamo gli zaini, e poi la vetta. Inaspettatamente non tira un filo di vento, si può stare tranquillamente ad ammirare un panorama mozzafiato: da un lato le alpi, dall’altro gli appennini, in mezzo il Lago di Garda. I brontolii dello stomaco ci tolgono dalla vetta e ci portano al calduccio nel rifugio, dove attendiamo un po’ che si liberi del posto ove sedersi e veniamo rapidamente serviti dai giovani gestori. Intanto orde di affamati si accumulano intorno alla stufa, al bancone, ovunque. Dopo la torta togliamo il disturbo e scendiamo, divertendoci col frisbee a mo’ di slittino. Alla fine salutiamo i cavalli e torniamo nella nostra noiosa pianura.
  3. 2018-01-28 [351] Alpenrose-Forcella Bregain. Questa veramente è iniziata il giorno precedente, con uno spettrale centro deserto di Riva del garda, un elegantissimo aperitivo al Rivabar e un po’ troppi tornanti salendo a Tenno e poi a San Lorenzo in Banale. Cenetta ottima e amaro, serviti e riveriti dalla Dona e da Wilma. Dopo un lungo sonno ristoratore sotto il piumone, colazione dei campioni e via nel bosco. In pochi minuti raggiungiamo la traccia, che seguiamo con soddisfazione, nel silenzio totale. Pausa alla radura-belvedere con annessa casina-riparo. Vediamo da lontano uno scoiattolo :) Il divertimento inizia quando non c’è più verso di individuare la traccia, le uniche indicazioni portano altrove (345) e ho la brillante idea di non attaccarmi al cellulare per sfruttare il GPS, ma di tagliare come un porco verso la cresta. Senza ciaspole. Per il sommo gaudio della mia compagna -_-‘ Finisce comunque bene, in cresta fa addirittura caldo, ci mangiamo la torta di riso e mars e godiamo del panorama super articolato, con valli, laghi, montagne… una vera goduria! La discesa a zigozago colle ciaspole è quasi più divertente della salita, sicuramente meno pericolosa. La merenda all’Alpenrose è arricchita dalla storia della vita delle gestrici, tipo 20 anni di malga, mica robetta… Probabilmente la gita migliore quest’anno :)