Probabilmente qualsiasi cosa di sensato io possa aver pensato/detto/scritto sul diritto di copia è già stata pensata/detta/scritta da John Perry Barlow. Purtroppo solo oggi lo scopro, insieme alla sua ricchissima produzione. Mi limito a tradurre in italiano una citazione di Thomas Jefferson con cui Barlow iniziò il suo “Selling Wine Without Bottles – The Economy of Mind on the Global Net”
«Se la natura ha fatto una cosa meno suscettibile di tutte le altre di proprietà esclusiva, questa è l’azione del pensiero chiamata idea, che un individuo può possedere in esclusiva finché la tiene per se stesso; ma nel momento in cui è divulgata, si insinua nel possesso di chiunque, e il ricevente non può liberarsene. La sua peculiarità è anche che nessuno ne possiede di meno, perché chiunque la possiede per intero. Chi riceve un’idea da me, riceve egli stesso istruzioni senza impoverirmi; così come chi accende il proprio cero dal mio, riceve luce senza rabbuiarmi. Che le idee debbano spargersi liberamente da uno all’altro sul globo, per l’accrescimento morale mutuo dell’uomo, e il miglioramento della sua condizione, pare sia stato appositamente e benevolentemente progettato dalla natura, quando ella le ha fatte, come il fuoco, espansibili per tutto lo spazio, senza che diminuisse la loro densità in qualsiasi punto, e come l’aria in cui respiriamo, ci muoviamo e abbiamo la nostra presenza fisica, sono incapaci di confinamento o proprietà esclusiva. Le invenzioni quindi non posssono, in natura, essere soggette a proprietà.»
–Thomas Jefferson
P.S.
Sul diritto di copia, mi era stato segnalato il validissimo L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica di Walter Benjamin.
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