Tre pezzi facili

As We May Think di Vannevar Bush, pubblicato nel luglio 1945. Fra le altre cose, invita gli scienziati e l’umanità tutta a condividere tutta la conoscenza. Ipotizza un dispositivo integrato nella scrivania col quale accedere a tutti i documenti/libri/articoli che siano mai stati pubblicati. Le informazioni sono immagazzinate direttamente nel dispositivo. Super interessanti anche le pubblicità a lato della riedizione del settembre 1945 su Life Magazine dello stesso pezzo.

[sì, è lo stesso del pezzo precedente]. Grazie anche all’ispirazione provocata dalla lettura del pezzo di Bush, Douglas Engelbart scrive nel 1962 Augmenting Human Intellect. Ipotizza un futuro in cui più persone contemporaneamente in teleconferenza lavorino sullo stesso documento, come potrebbero fare delle persone nella stessa stanza davanti ad una lavagna. Con in aggiunta la possibilità di accedere istantaneamente a tutta la conoscenza del mondo, facendo una semplice richiesta al computer.

Infine Scott Alexander su GPT-2, il sistema figherrimo che oltre a imparare come predire che parola mettere dopo un pezzo di testo, sembra aver imparato a rispondere a semplici domande, tradurre un po’ dal francese all’inglese, contare…

È triste che con l’attuale tecnologia sia possibile fare ciò che ipotizzavano Bush e Engelbart, mentre a livello popolare siamo ubriachi di feisbuc?